“Epigrafia e storytelling”
Il crescente interesse e sviluppo per il mondo social e tecnologico ha aperto la strada a nuovi spazi virtuali accompagnati da strategie comunicative in grado di creare connessioni tra realtà apparentemente distanti.
Credo sia vantaggioso capire quali strumenti digitali possano fare breccia nei consumatori così da migliorare le strategie comunicative museali e raggiungere nuove fasce di pubblico1.
Tutto ciò è stato pensato e articolato nella piena considerazione che il museo oggi, luogo dove i cittadini si riuniscono per dare valore a sé stessi e alla propria comunità2 deve usare con un linguaggio veramente accessibile e plasmarsi a un’audience estremamente diversa per bisogni e caratteristiche.
Oggi, infatti, si parla di didattica per bambini dagli 8 agli 88 anni , poiché si è capito che alcuni meccanismi funzionano per tutti, anche per il pubblico totalmente nuovo che inesperto di determinate tematiche può, anche divertendosi, appassionarsi e imparare nuovi concetti. In particolare, ciò può contribuire a far sì che l’epigrafia, materia del nostro studio, possa sfoggiare una nuova veste fruibile a chiunque voglia saperne di più.
Si sta finalmente cominciando a fare un utilizzo museale maturo della tecnologia in pieno spirito 4.0. Viene di conseguenza spontaneo chiederci: “A cosa serve e come si utilizza la tecnologia e in particolar modo lo storytelling nei musei?”. L’interrogativo per il momento resta aperto ma troverà una risposta nella mostra virtuale conclusiva, coniugando la narrazione e la tecnologia. Tenendo conto di quanto detto finora è possibile affermare come lo storytelling, sempre più usato nel campo culturale, sia un connettore della componente emotiva, cognitiva, tecnologica e in qualunque tipologia esso sia declinato si riveli un’arma vincente in grado di creare partecipazione durante il processo narrativo di co-creazione e co-produzione. Mettere in campo i possibili vantaggi offerti è funzionale ad adottare e generare future progettazioni di soluzioni digitali narrative per trovare infine migliori soluzioni che si adattino alle esigenze di valorizzazione di singoli contesti e realtà culturali. Le chiavi di accesso all’innovazione e alla valorizzazione di una memoria storica vengono così fornite; sta poi a noi dare seguito a questi input affinché l’esperienza di apprendimento, anche durante la visita al museo, diventi esperienza indimenticabile per tutti.
È così che le undici iscrizioni possono sussurrarci cioè che per molto tempo è rimasto nascosto e invisibile agli occhi di molti.
Marialaura Giandomenico: Salve, sono un’archeologa laureata in Sapienza. Mi sono specializzata in epigrafia Latina con una tesi che ha tentato di rendere possibile un connubio tra due realtà apparentemente distanti, l’epigrafia e lo storytelling.
Lo scopo è stato quello di comunicare materiale archeologico e cercare di avvicinare e sensibilizzare chiunque avesse un barlume di curiosità, grandi e piccoli.
Credo fortemente nel potere del dialogo e della comunicare in ambito archeologico; sto recentemente collaborando di fatti con una rivista online, Meer, in cui ho ideato una rubrica di epigrafia volta a far conoscere disparate professioni e mestieri del mondo romano.
Instagram: marialaura9_